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Geopolitica

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N° Post: 490
Sipolino Fabio
Sunday 22nd of August 2021 05:11:32 PM



VENEZUELA: com'e' crollata la nazione piu' ricca del Sud America






Questa qui e' la cintura Orinoco, il cuore della riserva petrolifera venezuelana. Il
Venezuela e' il primo paese al mondo per quantita' di riserve di petrolio. Qui il paese e' la
piu' economica al mondo; in euro un litro ammonta circa a 0,017 centesimi. In sostanza,
il governo in Venezuela paga la gente per guidare. La contraddizione e' che oggi il
Venezuela e' senza benzina e i quasi 30 milioni di cittadini sono costretti a spingere a mano
le auto e a fare la fila, per ore, se non giorni, davanti alle stazioni di benzina]
ma di questo ne parleremo nei prossimi due video. Pur non avendo attraversato una guerra
o una catastrofe naturale, il Venezuela da anni e' dilaniato da una gravissima crisi
umanitaria ed economica: farmacie senza medicinali, supermercati vuoti, blackout costanti, carenza
di acqua potabile, file di cittadini in attesa di ricevere dal governo una scatola di cibo
al mese (CLAP), uno stato senza legge in mano ai clan del narcotraffico e uno dei peggiori
casi di inflazione della storia, ad oggi al 6500%, dove per avere 1 euro in tasca bisognerebbe
possedere questa cifra di Boli'var. Per fare un esempio, un litro di latte, circa 1 euro
e 40, a un venezuelano costerebbe 4 milioni e 756 mila boli'var. Il Venezuela oltre ad
essere l'unica nazione con due presidenti, uno eletto, Maduro, e l'altro auto-proclamatosi
presidente ad Interim, Guaido', e' anche l'unica nazione dove un dollaro puo' avere due valori
differenti: da anni il governo venezuelano distribuisce dollari a un cambio di favore
di 6,3 boli'var x 1 dollaro soltanto a una ristretta e'lite: imprenditori, militari e
grandi gruppi industriali. In tutti gli altri casi, per il resto della popolazione, c'e'
il mercato nero, fortemente contrastato dal governo centrale, e dove nel 2016 1 dollaro
veniva scambiato a 1.200 bolivar con un aumento del 5.600 percento annuale. Ma il Venezuela
non e' sempre stato cosi'. Un tempo era un paese benestante, il gioiello del Sud America.
Come si e' arrivati a tutto questo? Con un mix di tre fattori: la corruzione dei vari
governi locali, tutti, dal primo all'ultimo, indipendentemente da che fossero socialisti
o meno, e soprattutto la loro incapacita' di gestire correttamente le risorse petrolifere.
Il secondo fattore sono state le interferenze straniere, un esempio su tutti le sanzioni
americane che, per ragioni strategiche e politiche che approfondiremo nei prossimi video, in
questi anni sono servite solo a una cosa: far morire di fame e malattie la popolazione.
E infine il petrolio, benedizione e maledizione di questo paese. Da quando Chave'z sali' al
potere, la compagnia petrolifera statale ha incassato oltre mille miliardi di dollari
dalle vendite del petrolio - piu' di tredici volte le spese del Piano Marshall, e cio'
nonostante la nazione e' in rovina. Il paradosso e' che fra tre secoli, quando la maggior parte
del petrolio mondiale non ci sara' piu', il Venezuela sarebbe ancora in grado di estrarre
greggio. --- Il video di oggi e' un esperimento. Per evitare di stringere troppo cose in un
singolo video ho preferito dilatarlo in 3 parti separate. Le ultime due saranno dedicate
a Chavez e Maduro. Ma la loro pubblicazione dipendera' dall'andamento di questo video.
Altrimenti mi risparmio la fatica e porto altro. Partiamo subito con la morale della
storia: il Venezuela ci insegna una lezione importantissima: troppo denaro, se mal gestito,
puo' essere addirittura piu' dannoso che non averne affatto.
Grazie al petrolio, negli anni '50 e '60, il Venezuela figurava tra i 20 paesi piu'
ricchi al mondo sulla base del reddito pro capite. Lo stato forniva prestiti a basso
costo, sussidi, numerosi posti di lavoro e servizi pubblici gratuiti, e si assicurava
che una moneta sopravvalutata, il Boli'var, rendesse facilmente accessibili i beni importati.
In quegli anni tutti ricevevano senza troppi problemi quel che desideravano. Il Venezuela
aveva tutte le caratteristiche tipiche di uno stato redditiero, in inglese Rentier State,
dove maggiori erano le entrate del petrolio, minori gli stimoli a voler migliorare l'industria
nazionale. Era la ricetta ideale per il disastro perfetto. Ma per capire il Venezuela di oggi
facciamo un salto all'inizio del secolo scorso. In Venezuela la vita cambio' in un
giorno esatto: il 31 luglio 1914, quando dalla terra comincio' a emergere del liquido scuro
e viscoso ad un ritmo di piu' di 250 barili al giorno. A fare un buco nel giacimento di
Maracaibo fu la Caribbean Oil Company, un ramo della Shell. All'epoca il Venezuela
era una nazione senza un minimo indice di sviluppo e con una popolazione di 2 milioni
di abitanti interamente dedicata all'agricoltura. L'unica legge era la parola del presidente
Juan Vincente Go'mez. Per Gomez Il petrolio fu una manna dal cielo. La produzione annuale
esplose negli anni anni 1920, da poco piu' di un milione di barili a 137 milioni, rendendo
il Venezuela secondo solo agli Stati Uniti. Tramite le concessioni del greggio a tutte
le compagnie occidentali precipitatesi in Venezuela, al momento della sua morte, nel
1935, Go'mez era diventato uno degli uomini piu' ricchi dell'intera America Latina. Fu
anche grazie, o a causa, di Gomez che il Venezuela vide sorgere la lenta ma costante ascesa dell'esercito,
mantenuto con i proventi del petrolio. Oggi e' merito della benevolenza dell'esercito
venezuelano se Maduro non teme rivali. Quando Go'mez mori', le entrate del petrolio rappresentavano
due terzi del reddito nazionale e piu' del 90% delle esportazioni del paese. In pratica
il Venezuela si era messo in una posizione perfetta per finire bersaglio di un fenomeno
singolare, il Male Olandese. O Dutch Disease. Il petrolio, per osmosi, trasformo' la vita
dei venezuelani, fino a raggiungere livelli inimmaginabili nell'arco di soli vent'anni.
Nel 1952, quando il generale Marcos Pe'rez Jimenez ottenne il potere con un colpo di
stato, ponendo fine all'esperimento democratico del Trienio Adeco, il Venezuela sembrava gia'
un altro paese: a simboleggiare il nuovo periodo di splendore fu la prima autostrada nazionale,
voluta da Jimenez, per collegare la capitale Caracas alla citta' costiera di La Guaira.
La fortuna del Venezuela fu quella di aver trovato l'idrocarburo giusto al momento
giusto: La domanda mondiale di petrolio era infatti salita alle stelle nel periodo del
boom economico postbellico. Al resto ci penso' il Medio Oriente, spingendo i prezzi del petrolio
a livelli record. La nazionalizzazione dell'industria petrolifera da parte dell'Iran nel 1951 e
il rovesciamento di Mohammad Mossaddegh due anni dopo, cosi' come la chiusura del canale
di Suez da parte del presidente egiziano Nasser, attirarono i petrodollari in Venezuela. Negli
anni in cui Jimenez fu in carica, fino al 57, nessun altro paese fece meglio del Venezuela
in quanto ad accumulazione di capitali stranieri, persino superiore alla Germania Ovest, che
all'epoca aveva beneficiato dei finanziamenti del Piano Marshall. [Fonte: Oil and the Marshall
Plan, 1984]. Gli investimenti stranieri in Venezuela triplicarono durante il regime di
Jimenez. Le aziende erano libere di investire, guadagnare e rimpatriare il denaro senza ostacoli
di alcun tipo. La regola d'oro era: Fai pure affari ma non mettere il bastone tra le ruote
a un governo oppressivo come quello di Jimenez. Con i petrodollari, il costo della vita in
Venezuela raggiunse cosi' livelli elevatissimi. Un americano che negli anni 50 guadagnava
1.000 dollari al mese (oggi circa 9.000 dollari) riusciva appena ad arrivare a fine mese. Le
ambizioni di Jimenez non solo spinsero a un cambio di nome della nazione, passando da
Stati Uniti del Venezuela a Repubblica del Venezuela, ma favorirono anche la creazione
di aziende statali nell'industria mineraria, dell'acciaio e della petrolchimica, come
anche di scuole, ospedali e case per gli strati sociali piu' indigenti. Tutto doveva sembrare
moderno, imponente ed elegante per impressionare i visitatori stranieri. A Caracas grattacieli,
hotel di lusso e ville spuntavano come funghi, mentre il tasso di crescita fini' per toccare
in media il +5% annuo. Il PIL pro capite venezuelano fu cosi' per molti anni uno dei piu' elevati
del sud america, e il Boli'var la valuta piu' forte e stabile nell'area. A riprova di
cio', Molti esuli europei che nel dopo guerra erano emigrati oltreoceano in venezuela trovarono
un paese con un mercato interno in espansione e con un'agricoltura sempre piu' moderna.
L'arrivo di immigrati dall'Europa, specialmente dalla penisola Iberica negli anni del Franchismo
e anche dall'Italia, servi' a riempire il vuoto demografico che si era andato a creare
nelle campagne, abbandonate dai venezuelani che scelsero di dedicarsi invece all'estrazione
del petrolio. Nelle stesse baraccopoli venezuelane quegli anni furono paradossali: per chi era
indigente non era certo una strana priorita' spendersi tutti i soldi in beni di largo consumo
come condizionatori, vestiti di marca e television via cavo. Ma quello che facevano i poveri
venezuelani lo facevano anche i ricchi: e cioe' in pochi sceglievano la via del risparmio.
La strada battuta era sempre quella dell'indebitamento, tutto pur di acquistare. Quanto a Jimenez,
il suo vero problema, fu la repressione: le prigioni erano piene di oppositori politici,
i movimenti operai e studenteschi erano stati tutti chiusi e i militari finirono nel mirino
delle critiche popolari. La perdita di prestigio per i militari significo' solo una cosa: togliere
di mezzo Jimenez. Tanto, morto un papa, per loro, se ne faceva un altro. Non ci fu bisogno
di armi ne' di spargimenti di sangue. Basto' una chiacchierata poco amichevole a porte
chiuse con i militari. Nel gennaio del 58, Jimenez e famiglia fecero i bagagli e alle
tre del mattino si imbarcarono su un aereo diretto nella Repubblica Dominicana. La partenza
fu talmente affrettata che all'imbarco Jimenez lascio' dietro una valigia con 2 milioni di
dollari in contanti. A quel punto, la problematica principale per una nazione abituata a uomini
forti, militari e colpi di stato ricorrenti, rimase il dilemma di come garantirsi la stabilita'
politica. La risposta arrivo' sotto forma di un patto, noto come Pacto de Punto Fijo,
un accordo tra i tre principali partiti venezuelani: I social democratici, I Cristiano democratici
e l'URD, partito di centrosinistra. L'accordo porto' all'elezione di Romulo Betancourt,
il quale a sua volta delego' il diplomatico Juan Pablo Pe'rez Alfonso per la gestione
del prezioso petrolio nazionale. Pe'rez Alfonso defini' piu' avanti negli anni il petrolio
come "l'Escremento del Diavolo". Perez sapeva benissimo quanto le ricchezze petrolifere
mal gestite potessero essere nocive per una nazione, ma sapeva anche che i venezuelani,
e non le compagnie petrolifere straniere, dovessero gestire il petrolio e avere l'ultima
parola su come la loro industria veniva gestita. Queste considerazioni non erano lasciate al
caso: a quel tempo, le Sette Sorelle, le compagnie petrolifere piu' potenti del mondo, dominavano
infatti piu' dell'80% delle riserve mondiali di greggio. Vi ricordo il video su mattei
per capire meglio chi fossero le sette sorelle. A peggiorare le cose, gli Stati Uniti decisero
cosi' di limitare le importazioni di petrolio dal Venezuela, favorendo invece il greggio
canadese e messicano. Pe'rez Alfonzo propose quindi all'Arabia Saudita, al Kuwait, all'Iran
e all'Iraq l'idea di stipulare un accordo privato, un cartello, per salvaguardare i
prezzi del petrolio e stroncare le ingerenze statunitensi e occidentali attraverso la creazione
di compagnie petrolifere statali. Venna creata cosi' nel 1960 il cartello dell'OPEC. Grazie
a questa mossa, per tutti gli anni 60 e 70 il paese si guadagno' la nomea di Venezuela
Saudita. Dalla vicina Colombia masse di cittadini affluivano ai confini del Venezuela nella
speranza di farsi una nuova vita e di trovare fortuna. Ad oggi la cosa e' all'opposto:
una diaspora di milioni venezuelani scappa dal Venezuela per dirigersi in Colombia ed
Ecuador, secondo i dati del Centre 4 strategic international studies, 4000 al giorno. Nel
frattempo Caracas era comunque divenuta una destinazione talmente alla moda da spingere
Air France ad aprire una tratta rapida da e verso Parigi nel 76 con il jet supersonico
Concorde. Nel frattempo la gente continuava in massa a migrare dalle fattorie alle citta',
lasciando indietro la produzione agricola a fronte di una maggiore domanda nazionale.
Il governo fu dunque costretto a importare prodotti di base come grano, mais, riso, prodotti
che fino a poco prima produceva a livello nazionale. Con un settore agricolo disgregato,
l'economia venezuelana non era abbastanza diversificata e forte da dare occupazione
alla maggior parte delle persone. Questo genero' un aumento della spesa sociale che il governo
forni' attraverso sovvenzioni, buste paga e posti di lavoro nella pubblica amministrazione
ai venezuelani con medio e basso reddito. I vari governi di partito socialdemocratico
che si succedettero da Betancourt fino a Chavez nel 98 ragionarono tutti allo stesso modo:
il Venezuela poteva permettersi di sopravvivere senza tassare i cittadini. Il petrolio eliminava
le responsabilita' politiche e con esso i governanti venezuelani si acquistavano il
sostegno degli elettori, come al contempo gli elettori si aspettavano i sussidi nazionali
per avere di che vivere. Pe'rez raddoppio' il libro paga dello stato a piu' di trecentomila
dipendenti in cinque anni, approvando in aggiunta una legge che vietava il licenziamento ingiustificato
da parte di tutte quelle aziende che, incapaci di sostenerne i costi, non avevano altre opzioni
se non che ridurre il personale. Fu cosi' che la scelta piu' logica per chi voleva fare
impresa in Venezuela era dipendere dai sussidi e dai prestiti governativi, senza correre
il rischio di ampliarsi troppo a livello di produzione e personale. Repubblica delle Banane,
questo fu il termine che, ad esempio, il New York Times avrebbe usato per definire il Venezuela.
Con la costituzione della compagnia petrolifera statale, la PDVSA, Il governo si mosse infine
a nazionalizzare il settore petrolifero, ponendo fine nell'83 a gran parte delle concessioni
alle societa' straniere. Al volgere di quell'anno il Venezuela prese finalmente possesso della
sua gallina dalle uova d'oro. Tuttavia il destino, proprio in concomitanza con un evento
cosi' importante, comincio' ironicamente a presentare il conto: fino al 1988 un eccesso
di petrolio a livello globale causo' una contrattura nella domanda di greggio, tagliando il prezzo
del petrolio venezuelano da 35 a 14 dollari al barile. Essendosi abituati a governi generosi,
i venezuelani continuarono comunque a spendere anche di fronte alla diminuzione degli stipendi.
La crisi ricadde sul presidente Luis Herrera Campins, un ex giornalista, che successivamente
sarebbe stato ricordato per aver svuotato le casse della compagnia petrolifera statale
Petro'leos de Venezuela, sottraendo quasi 6 miliardi di dollari. Di fronte al minore
afflusso di denaro nel paese e alla fuga di capitali stranieri, Campins cerco' di tamponare
maldestramente il disastro nel cosi' detto "venerdi' nero" del 1983, per l'esattezza
il 18 febbraio, quando venne imposta la svalutazione del 75% del potere di acquisto del Bolivar.
Quello stesso giorno chi tra i venezuelani possedeva qualche risparmio corse immediatamente
a cambiare il bolivar con una qualsiasi valuta forte, dollaro o meno che fosse. Ma le restrizioni
sulla circolazione del denaro, imposte da Campins, ostacolarono i tentativi di far fuggire
i capitali all'estero. Una sensazione di insicurezza si diffuse in tutta la popolazione,
dando forma a un'atmosfera di violenza sempre piu' opprimente, ben distinta dall'aria
di tranquillita' e benessere che aveva dominato negli ultimi trenta quarant'anni. In breve
il Venezuela si trovo' senza risorse per pagarsi le importazioni di cibo. Un grave problema
in un paese dove poco si produceva e molto si consumava: Perche' allevare mucche quando
si potevano importare i migliori tagli di carne dall'Argentina o dal Brasile? Perche'
fabbricare oggetti in legno, ferro e acciaio quando li si potevano comprare a buon prezzo
dall'Europa? Per anni i venezuelani fecero l'errore di credere che per essere imprenditori
bastasse importare beni e rivenderli in madrepatria con un maggiore sovrapprezzo. I Venezuelani
del secolo scorso si erano assuefatti all'idea di vivere in una nazione ricca che, grazie
al petrolio, tutto doveva e poteva dare loro. I cittadini di Caracas erano abituati a fare
shopping a prendere un aereo e farsi le vacanze a Miami, per fare acquisti in grande stile.
"Esta' barato, dame dos", e' economico, dammene due, questa era la frase che piu'
li contraddistingueva. LibEppure, nel 1989, pane, carta igienica, zucchero, latte, farina,
tutti prodotti di prima necessita', cominciarono gradualmente a scomparire dagli scaffali dei
supermercati per ricomparire, quasi per magia, nel mercato nero. Alla fine del 1988, La Venezuela
Saudita era cosi' indebitata che il governo si vide costretto a usare quasi quaranta centesimi
di ogni dollaro ottenuto dalle vendite di petrolio per poter onorare i debiti. Fu chiaro
che Il Venezuela non potesse piu' permettersi di sovvenzionare alcun tipo di sussidio. Il
governo, stavolta non piu' Campins ma nuovamente Perez, taglio' la spesa pubblica, una manovra
che in tempi piu' recenti avremmo chiamato "lacrime e sangue". Il tirare la corda
accese inevitabilmente le proteste di migliaia di cittadini in tutto il paese. Quando nel
febbraio del 1989 il governo Perez annuncio' l'aumento del prezzo della benzina, l'intera
citta' di Caracas scese in piazza in una serie di rivolte e dimostrazioni di massa, generando
caos e distruzione. Quell'evento sarebbe passato alla storia come Caracazo e fu lo
spartiacque, l'inizio della parabola discendente venezuelana. Perez rispose con la sospensione
di diritti civili e l'imposizione della legge marziale. Per i Venezuelani, Perez divenne
cosi' il simbolo della corruzione del governo, e in parte avevano ragione: vendere dollari
a tassi preferenziali aveva incentivato i funzionari statali a ruberie di vario tipo.
Quanto a Perez, possiamo dire che la mela non cade mai lontano dall'albero: nel 1993
Perez fu accusato e giudicato colpevole di aver sottratto 17 milioni di dollari da fondi
statali. La sua condanna legittimo' sei anni piu' tardi l'ascesa di Hugo Cha'vez, che
gia' nel 1993, all'epoca ancora uno sconosciuto paracadutista dell'esercito, aveva tentato
senza successo un colpo di stato contro Perez. Il fallito putch non fu comunque un problema
per Cha'vez: ai venezuelani non importava piu' di tanto che ancora una volta fossero
i militari a dettare i tempi di un governo. Ai venezuelani importava il benessere derivante
dal petrolio. E cosi' Cha'vez si fece strada costruendosi
la nomea di uomo che si poneva in aperta opposizione a un partito corrotto e morente. Ma Cha'vez
ragazzi miei e' un altro grande capitolo della storia venezuelana, ne parleremo in futuro
forse in una seconda parte. Io come al solito invece adesso in questo momento vi ringrazio
enormemente per avermi tenuto compagnia fino alla fine. Ci sentiamo presto in un prossimo
video. Per aspera ad astra.





N° Post: 469
Sipolino Fabio
Saturday 7th of August 2021 10:43:55 AM


IRAN CONTRO ISRAELE VIA HEZBOLLAH [di Lorenzo Trombetta]




All'indomani dell'insediamento del nuovo presidente iraniano Ebrahim Raisi, sulle sponde del Mediterraneo Hezbollah esce allo scoperto e dopo mesi di lanci di razzi su Israele -- attribuiti poi a non meglio precisati gruppi armati palestinesi -- rivendica il nuovo attacco missilistico, sferrato contro una zona contesa da Siria, Israele e Libano: le fattorie di Shebaa. La risposta israeliana e' stata immediata, ma limitata nel tempo e nello spazio. L'Unifil (la missione Onu schierata nel sud del Libano) ha ribadito l'allarme per una situazione "pericolosa", invitando le parti alla "calma" e alla "moderazione".
Quel che piu' colpisce e' quanto avvenuto nel sud del Libano, poco lontano da dove gli hezbollah hanno fatto partire i loro razzi Katyuscia calibro 122. Una folla inferocita di un villaggio druso della zona di Hasbaya ha intercettato il pick-up sul quale viaggiavano i due 'resistenti' del Partito di Dio, che sono stati picchiati e ricoperti di insulti. Il carico rimanente di razzi e' stato poi consegnato dalla gente del posto all'esercito, intervenuto suo malgrado in una situazione che non accadeva da piu' di due decenni.
La popolazione del villaggio di Shuayya -- esposta alle rappresaglie militari israeliane e che ha pagato un prezzo altissimo sia durante l'occupazione israeliana (1978-2000) sia durante la guerra del 2006 -- non ha sopportato quello che ha percepito come un affronto alla loro sofferenza, dovuta a una prolungata crisi finanziaria.
L'incidente sembra limitato alla dimensione locale e c'e' gia' chi mette l'accento sull'aspetto confessionale "drusi contro sciiti". Ma l'evento mette in evidenza le difficolta' interne al movimento sciita sostenuto da Teheran. Da tempo e da piu' parti Hezbollah e' considerato assieme ad altre forze politiche libanesi responsabile del fallimento del paese dei Cedri.





N° Post: 425
Sipolino Fabio
Friday 30th of July 2021 12:11:01 PM


Effetto Seneca




Chi e' l'imperatore del mondo? La nuova era del dominio epistemico
di Ugo Bardi
KamehamehaIl re Kamehameha 1 grado delle Hawai'i ( 1736 - 1 819) praticava l'arte di dello scambio di doni durante il suo regno, come e' tipico dei re e governanti. Si ricorda che disse: " E 'oni wale no 'oukou i ku'u pono 'a'ole e pau". "Infinito e' il bene che vi ho dato per goderne." Ai nostri tempi Google sembra aver adottato lo stesso atteggiamento: ci fa regali sotto forma di dati gratuiti. In vista del concetto di "colpo di stato epistemico" proposto da Shoshana Zuboff, Google sta rapidamente diventando l'imperatore epistemico del mondo.

In epoca romana, era una buona cosa essere l'imperatore: avevi oro, palazzi, donne, schiavi e molti privilegi, incluso il potere di mettere a morte chiunque a tuo piacimento. Gli imperatori erano visti come creature semidivine, elevati al trono dagli Dei stessi ma, in pratica, diventavano presto vecchi e spelacchiati (se sopravvivevano fino alla vecchiaia, non facile data la concorrenza). Allora, perche' i Romani obbedivano agli imperatori?

Non e' una domanda difficile a cui rispondere. Gli imperatori romani praticavano un gioco praticato da tutti i governanti. Si chiama "scambio di doni" ("gift-giving"). Fa parte del concetto di condivisione : qualcosa di profondamente radicato nella natura degli esseri umani, in definitiva e' una manifestazione di empatia tra gli umani .

La condivisione crea naturalmente legami sociali che generano i modelli gerarchici che consentono alla societa' di strutturarsi. In una societa' armoniosa, i leader governano senza bisogno della forza. Governano in base al loro prestigio, a sua volta ottenuto da un uso giudizioso dei doni.

I doni non devono necessariamente essere in forma monetaria: un leader lo diventa perche' condivide conoscenza, saggezza, esperienza o altre abilita'. Naturalmente, le societa' non sono mai perfette e, nel mondo reale, la governance e' una combinazione di miglioramenti positivi e negativi: la carota e il bastone. Ma la carota e' molto piu' efficace del bastone: per un leader, un seguace vivo e' molto piu' utile di un nemico morto.

L'impero romano era una societa' monetizzata, ma il gioco del dono veniva giocato anche senza coinvolgere denaro quando l'imperatore gentilmente forniva ai plebei "panem et circenses " (pane e giochi). Se i plebei non erano abbastanza contenti, gli imperatori potevano passare dalla carota al bastone, e impiegare le forze armate di stanza a Roma, la Guardia Pretoriana, per dare una lezione alla plebaglia. Naturalmente, anche i Pretoriani avevano bisogno di doni, e di solito li ricevevano sotto forma di denaro. Nessun imperatore avrebbe potuto sopravvivere a lungo senza robusti, a volte stravaganti, pagamenti alle truppe che lo sostenevano.

Ma dove prendevano gli imperatori le risorse di cui avevano bisogno per fornire doni ai loro seguaci? Ovviamente dalle tasse. Era uno strumento che usavano spesso anche per impoverire ed eliminare i potenziali concorrenti. I poveri erano normalmente troppo poveri per essere tassati e quindi l'Imperatore, sebbene non fosse Robin Hood, svolgeva un ruolo utile in termini di redistribuzione della ricchezza. Altrimenti la ricchezza si sarebbe accumulata per lo piu' nelle casse dei nobili facoltosi (proprio come ai nostri tempi si accumula nei conti bancari dei nostri magnati finanziari). Il sistema romano era tutt'altro che perfetto ma, finche' c'era qualcosa da ridistribuire, funzionava. Quando lo stato romano crollo', agli imperatori non rimase piu' nulla da tassare o derubare, e nulla da ridistribuire. Nessun dono, nessun impero .

Ecco un altro esempio di come gli antichi governanti tendevano a governare in base al loro prestigio. Sotto si vede la lapide sul monumento a Ferdinando I, granduca di Toscana dal 1587 al 1609, ancora oggi a Firenze. Dice " Maiestate Tantum " che significa che, come il re Kamehameha delle Hawaii, il Duca governava "solo per prestigio". Questa e' la via dei buoni governanti. Notate le api che si raccolgono intorno all'ape regina!

Andiamo avanti fino ai nostri tempi e vediamo chiaramente come pratichiamo ancora una forma semplice e non monetizzata di fare regali per Natale. Ma questa e' solo una reliquia dei vecchi tempi. In pratica, la societa' occidentale e' stata costruita nell'arco di un secolo o giu' di li' da un sistema di doni piu' ampio e pervasivo di quanto mai visto in qualsiasi societa' nella storia. I politici vengono eletti promettendo regali ai loro elettori, ma forniscono principalmente regali a lobby, corporazioni e gruppi di potere. E le lobby restituiscono i regali ai politici con gli interessi. Nel turbinio delle transazioni, qualcosa arriva giu' fino alla gente comune. E'questa rete di donatori e ricevitori che tiene insieme l'Impero Globale. O, almeno, lo ha tenuto insieme finora. E'una gerarchia basata sul denaro: piu' ne hai, piu' sei in alto nella scala sociale.

In pratica, non si sale la scala sociale mostrando in giro il saldo del proprio conto in banca. Lo si fa con il meccanismo chiamato "consumo cospicuo". Piu' consumi, piu' in alto vai.

"Consumare" significa, in definitiva, buttare via roba vecchia e sostituirla con roba nuova: e' una pratica che ha molto in comune con l'antico uso chiamato "potlatch" dei nativi americani nord-occidentali. In un potlatch, un capo mostrava il suo valore sociale distruggendo le cose di valore che possedeva, "consumandole". Nel nostro caso, il consumo cospicuo avviene su una scala molto piu' ampia e normalmente viene monetizzato. Ma probabilmente capiamo tutti che se possiamo comprare cose e poi buttarle via e' solo per mezzo di un dono del potere: lo stipendio che ricevi per fare qualcosa che sai che e' inutile.

E qui vediamo il problema. Con il graduale esaurimento delle risorse energetiche minerali che alimentano la nostra societa', il consumismo e' kaputt, proprio come lo era l'Impero Romano quando si esaurirono le miniere d'oro. Ad un certo punto, le persone dovranno scoprire che il "denaro" a loro tanto caro non e' altro che numeri nella memoria di un computer e che questi numeri possono essere cancellati a piacimento dai poteri costituiti. Tanto per cominciare, niente piu' turismo di massa e niente piu' ristoranti fuori casa. Questo sta gia' succedendo. Poi, in poco tempo, si secchera' anche il flusso di chincaglieria in arrivo da Amazon. Deve succedere.

Niente soldi, niente consumi vistosi. Ma come faranno le e'lite a mantenere il loro potere? In questo momento, sembrano aver deciso di usare il bastone, ma governare con la forza e' costoso e non ha mai funzionato davvero. Quello di cui abbiamo bisogno e' un governo basato sul prestigio, ma su cosa, esattamente? In questo momento, il prestigio dei nostri politici sembra essere piu' o meno allo stesso livello di quello delle sanguisughe e di altri invertebrati. Evidentemente, qualche cambiamento e' necessario.

Una gerarchia non deve necessariamente essere basata sul denaro, specialmente se il denaro diventa inutile quando non c'e' piu' niente da comprare (l'ho chiamato "Il problema del naufrago "). Tutte le gerarchie sono, in definitiva, basate sul prestigio, e il prestigio puo' essere acquisito in molti modi diversi. Ad esempio, l'Europa altomedievale era povera e "consumare" le cose (cioe' buttare via il vecchio per il nuovo) sarebbe stato considerato un peccato di vanagloria. Il prestigio era frutto della conoscenza: l'accesso ai libri sacri del cristianesimo dava alla chiesa cristiana un prestigio e un'importanza politica che oggi non possiamo nemmeno piu' immaginare. (*)

Una volta che ci saremo sbarazzati del consumismo (dobbiamo), si passera' a una forma di prestigio basata sulla conoscenza. Non e' solo prestigio: chi ne sa di piu' ha piu' potere, basti pensare a quello che chiamiamo "insider trading". Ma, nel complesso, il prestigio e' la principale produzione di conoscenza. Coloro che ne sanno di piu', o hanno accesso a piu' dati, sono piu' in alto nella scala gerarchica.

E arriviamo a quello che Shoshana Zuboff chiama "l'impero epistemico" - governo per conoscenza. Naturalmente, la nostra conoscenza non e' piu' archiviata nei libri sacri, e' archiviata nel Web. Chi controlla il Web, controlla il mondo. Il dominatore del Web e' l'imperatore del mondo: un imperatore epistemico.

Allora, chi controlla il Web? La lotta e' in corso, ma il risultato comincia a essere evidente. Immaginiamoci di essere stati trasportati nella Roma Imperiale dei tempi antichi, come faremmo a dire chi e' il sovrano del luogo? Facile: quello che fa piu' regali al pubblico: i nobili meno importanti non potrebbero eguagliare la generosita' dell'Imperatore. Ai nostri tempi, e' altrettanto facile: basta dare un'occhiata a quale compagnia Internet sta fornendo il maggior numero di regali: di gran lunga e' Google .

Ecco un elenco degli strumenti gratuiti forniti da Google.

Google Blogger
Google Books
Google Calendar
Google Data Studio
Google Docs
Google Earth
Google Jigsaw
Google Mail
Google Maps
Google Marketplace
Google Mobility
Google Ngram
Google Pay
Google Scholar
Google Translate
Google Trend
e tanti altri. Date un'occhiata a questa pagina https://cloud.google.com/ai-workshop/experiments#experiments .

E'incredibile che Google ti offra gratuitamente enormi database come "Google Earth" e "Google Ngrams". Nessun'altra entita' Web fa nulla di paragonabile. I magnati della finanza, Musk, Gates, Bezos e gli altri sono incredibilmente avari in confronto, sembrano piccoli tiranni di provincia. Altre entita' forniscono dati gratuitamente, ad esempio la Banca mondiale, la NASA; e anche la CIA, ma la scala e' molto piu' piccola. Poi, Wikipedia, ma sembra che stia rapidamente diventando per lo piu' un campo di battaglia di troll pagati. Facebook, da parte sua, non ti da' proprio niente, prende solo da te. La maggior parte dei nuovi social network sembra essere interessata principalmente a mostrarti animaletti carini e signorine poco vestite. Per quanto riguarda le universita' e i centri di ricerca scientifica del mondo, sono una banda di pezzenti. Fingono di creare conoscenza ma, in effetti, ottengono denaro dal pubblico e non restituiscono nulla al pubblico. Infine, i governi ti danno solo propaganda e notizie false, l'equivalente di denaro contraffatto. Non ci sono assolutamente dati provenienti dai governi e dai loro portavoce chiamati "Media" di cui ci si possa davvero fidare.

Quindi, Google svolge il ruolo che svolgevano gli imperatori di una volta, quello di ridistribuire parte della ricchezza che il sistema crea. In cambio, proprio come i cittadini romani di un tempo, devi ripagare con le tasse. Come? Non in termini monetari, ovviamente, perche' i regali che ricevi non sono monetari. Paghi i dati con i dati. Utilizzando i servizi di Google, in particolare il loro motore di ricerca, dai dati a Google: e' uno scambio, un sistema di regali. Con i dati che fornisci, Google costruisce la sua conoscenza e, con essa, il suo dominio. E Google puo' permettersi di restituirti la conoscenza in dono. E'il dominio dell'Imperatore Epistemico del mondo: Google .

Una cosa che sappiamo e' che i potenti si sforzano sempre di aumentare il loro potere. Quindi, Google e' chiaramente pronto a spazzare via l'intera banda di mangiapane a ufo che chiamiamo "universita'" e ad assumere il compito dell'istruzione pubblica, qualcosa che i governi sembrano non essere piu' in grado di fornire. Allo stesso tempo, Google aveva gia' provato a spodestare il suo unico concorrente rimasto, Facebook. L'ormai scomparso "Google+" non ci e' riuscito, ma, come tutti sappiamo, la vendetta e' qualcosa che va servita fredda. La goffa macchina della censura creata da Facebook gli si sta ritorcendo contro . Molte persone usano ancora Facebook ma lo odiano profondamente e gli piacerebbe lasciarlo se solo riuscissero a trovare qualcosa di equivalente. Non che Google non censuri, censura, eccome! Ma in modo piu' sottile (ved il sito Google Jigsaw). Quindi, il destino di Facebook potrebbe essere scritto nella nuvola. Non dimenticate che FB e' sorto sulle ceneri di un precedente social network, l'ormai dimenticato Friendster. Sic transit gloria!

E d'ora in poi? L'enorme e proteiforme macchina virtuale di Google puo' solo continuare ad espandersi, non necessariamente distruggendo la concorrenza, ma fondendosi con essa in una macchina ancora piu' grande. Google potrebbe rilevare un servizio pubblico dopo l'altro, sostituendo persino lo stato. Dopo "Google University", potremmo vedere una "Google Police", un "Google Court", un "Google Retirement", una "Google Bank" (in realta', e' gia' li' ) e, perche' no, un "Google Government". Governo per Google, di Google, in nome di Google (***). Dopodiche', rimane solo "Google God" - che sembra gia' incarnarsi (Facebook, goffo come al solito, ora ha un pulsante "prega" ).

Tutto questo e' buono o cattivo? Una domanda mal posta. Google non e' ne' cattivo ne' buono (correttamente, hanno rimosso il motto " Non essere malvagio " dal loro codice di condotta). Google e' quello che e' - e se lo e', significa che doveva essere .

Sembra chiaro che l'enorme macchina di Google e' ormai impossibile da controllare da semplici esseri umani e potrebbe essere il motivo per cui i fondatori ( Larry Page e Sergey Brin) sono menzionati cosi' raramente. Le parti che formano Google si autoassemblano e creano un enorme olobionte virtuale che si sta espandendo nella memesfera. Questa creatura gigantesca potrebbe evolversi ulteriormente in uno ierobionte (**), ma cio' andra' oltre le nostre capacita' di essere umani di influenzare o addirittura comprendere.

Tutto cio' durera' finche' il sistema industriale riuscira' a mantenere in vita la creatura. Proprio come gli imperatori romani se ne sono andati ormai, anche gli dei hanno il loro Gotterdämmerung. E cio' che sara', sara' perche' doveva essere.

Note
(*) La Chiesa cristiana e' stato il primo impero epistemico in Europa, istituendo un sistema di governo basato non piu' sul denaro, ma sul monopolio dei dati e delle informazioni. Poiche' sarebbe stato impensabile insegnare a tutti a leggere il latino, la Chiesa aveva il monopolio della conoscenza delle sacre scritture. Aveva quindi un quasi monopolio della comunicazione e, di conseguenza, della governance. Parallelamente, in Medio Oriente, i paesi islamici stavano attraversando un'evoluzione simile, ma mantenevano un'economia basata sull'oro, quindi non sviluppavano l'equivalente della chiesa cristiana imperiale.
L'Impero Epistemico della Chiesa Cristiana era una macchina ben oliata che ha funzionato bene per secoli, poi sono iniziati i problemi quando sono state scoperte nuove miniere di metalli preziosi nell'Europa orientale. Cio' ha permesso di pagare di nuovo i soldati e ha portato Carlo Magno a ricreare un impero europeo su base militare nell'800 d.C. La Chiesa acconsenti' alla nuova entita' e il Papa stesso incorono' il nuovo imperatore, sperando di poter controllare il nuovo stato cosi' come era riuscito a controllare i tanti piccoli staterelli europei.
Ma l'Europa era troppo piccola per due imperi. Gradualmente, l'equilibrio del potere si e' allontanato dall'Impero Epistemico a favore delle rinascite potenze militari d'Europa. Il colpo decisivo al potere della Chiesa fu quando Martin Lutero tradusse la Bibbia in tedesco e la rese disponibile a tutti. Forse Lutero sapeva che lui, da solo, stava abbattendo un intero impero, sicuramente un'impresa notevole. Quindi, le nuove potenze europee procedettero allo sterminio e alla schiavitu' di una nazione dopo l'altra fino a quando, circa quattro secoli dopo, dominarono il mondo.
(**) Ierobionte e' un termine che ho coniato espressamente per questo post. Descrive un'organizzazione ortogonale a quella di un olobionte. Un olobionte e' creato da connessioni di rete orizzontali (paritetiche), mentre uno ierobionte ha connessioni verticali (gerarchiche). Un olobionte e' omeostaticamente stabile. Uno ierobionte e' allostaticamente stabile . In altre parole, un olobionte reagisce a una perturbazione in tempo reale smorzandone gli effetti: non ha un'unita' di controllo separata. Uno ierobionte, invece, puo' pianificare in anticipo ed evitare la perturbazione prima che appaia: ha un'unita' di controllo separata (un "cervello"). Un olobionte pratica il Judo, uno ierobionte pratica il Kyudo . Esistono olobionti puramente orizzontali, possono esistere gerobionti puramente verticali. Noi umani siamo un mix dei due: uno ierobionte dotato di cervello (alias organismo) che coesiste con un olobionte formato dal microbiota del sistema. Ci sono molte piu' combinazioni possibili, olobionti e ierobionti sono entrambi frattali. Si dice che la dea Gaia sia un olobionte quasi puro, ma potrebbe avere trucchi di cui non siamo a conoscenza.
(***) Ho notato in un post precedente come "qualcosa" e' apparso nell'arena militare mondiale che impediva il tipo di comportamento sconsiderato a cui i governi occidentali si erano abbandonati per i primi due decenni del 21grado secolo. Durante questo periodo, bombardare il paese del malvagio dell'anno sembrava portare solo benefici e nessun rischio -- ed e' stato molto divertente (tranne che per le persone bombardate, ovviamente). Stranamente, pero', a partire dal 2011, circa, non e' piu' stato fatto. Nel 2012 Obama aveva gia' annunciato che avrebbe bombardato la Siria, ma ha fatto un passo indietro. E da quel momento in poi e' stato un silenzio assordante. Nel luglio 2021, la NATO ha effettuato l'operazione "Sea Breeze", proprio di fronte alle forze russe in Crimea. Era il momento perfetto per simulare un incidente, una falsa bandiera, e quello sarebbe stato l'inizio del WWW3. Sicuramente, molte persone volevano esattamente questo. Eppure, mentre scrivo, l'esercitazione Sea Breeze e' finita da ieri. Tutto e' andato avanti nel piu' totale silenzio e non e' successo niente. Cosa potrebbe essere quel "qualcosa" che ferma tutte le guerre prima che comincino? E'solo un'ipotesi, ma......




N° Post: 335
Sipolino Fabio
Sunday 11th of July 2021 11:30:24 AM


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